Critica “Fragilità”

Sono fragilità che si vedono e altre che si percepiscono anche soltanto osservando ciò che ci circonda. Talvolta sono conseguenze di sofferenza, angoscia, tristezza e lacerazioni dell’anima. La fragilità a cui ci riferiamo può essere vissuta dagli uomini ma può essere la tendenza di alcuni materiali a rompersi bruscamente e all’improvviso senza un reale preavviso. Senza una precedente deformazione. Quindi il termine in questo caso non coincide alla lettera perché diverso è il processo ma uguale l’effetto.
Tuttavia, in entrambi i casi, ci troviamo di fronte a una frantumazione. Nonostante questa diversità abbiamo cercato di mettere insieme questi due aspetti facendo dialogare materia plasmata, per sua natura fragile, e introspezione dell’anima materializzata con l’uso dell’acquerello che dimostra e determina tale scelta.
La Graziolino e la Cavaglieri sono accomunate nello loro lavoro da una profonda sensibilità che ritroviamo nella delicatezza delle sculture come nei volti che emanano dai loro occhi un sentimento di malinconia ma anche di dolcezza.
Le sculture dell’artista torinese sono la rappresentazione della semplicità della vita quotidiana: gli stracci, i piatti, le tazzine, la carta. La stessa attualizzazione della realtà la ritroviamo negli acquerelli di Simona che interpretano con efficacia lo stato d’animo umano con semplicità e profondità.
E’ una mostra di artiste contemporanee che emanano un’aria antica che bene si inserisce in uno spazio come quello di Francesco Bertolino creando così un dialogo armonioso tra il presente ed il passato che testimonia quanto la tradizione degli antichi maestri continua ad essere attuale attraverso le opere di due valide artiste che usano con sapienza e capacità tecniche in uso nei secoli scorsi. Il loro lavoro non è mai banale ma ricercato, innovativo e frutto di un’accurata ricercatezza che rende queste due donne delle artiste speciali capaci di interpretare un mondo sempre più fragile e complesso.

 

A cura di Ermanno Tedeschi e Flavia Alaimo