Critica “Equilibri Precari”

Ogni ordine è un atto di equilibrio di estrema precarietà
Walter Benjamin

Le opere di Simona Cavaglieri raccontano con un tratto leggero e gioviale la vita umana in una condizione atemporale e quasi astratta da un contesto specifico. Sono la rappresentazione di uno scenario esperienziale possibile che fa leva su un bagaglio sentimentale intimo e personale.
Rendere esplicito il sentimento del vivere, in un costante equilibrio di forze, spinte, e sospensioni, provoca stupore e meraviglia attraverso una figurazione che interpreta costantemente la condizione umana mista ad energia e vitalità.
Attingendo dalla propria esperienza di vita, l’artista, trasforma un gesto, un movimento, una sentimento in atto artistico da un atto esperienziale quotidiano.
La percezione dell’immagine diventa reale pur non rappresentando una narrazione ben definita legata ad un contesto ed episodio accaduto.
Sicuramente, l’esperienza come ballerina professionista, trova terreno fertile nella sua produzione artistica in merito alla conoscenza del corpo, grazie ad un corretto utilizzo delle forme e proporzioni, contrazioni muscolari e torsioni dei corpi, utilizzati come veicolo per l’immagine rappresentata che ben esprime l’equilibrio precario tra un mondo esteriore ed uno interiore.
Saltare, sedersi, sdraiarsi, cadere, oscillare, danzare, sono tutte azioni che appartengono alla condizione umana ed alla sua vulnerabilità; azioni che vengono indagate dall’artista per interrogarsi sul mondo .
La poetica espressiva dai toni delicati entra in empatia con il fruitore che ne coglie la sensibilità nei gesti e nei soggetti scelti.
E’ questa la caratteristica della Cavaglieri che con grande maestria tramette attraverso le sue pennellate ed i toni pastello un messaggio più profondo della mera percezione visiva, espressione dell’uomo contemporaneo e dei suoi equilibri psico-sociali che lo mettono costantemente in una condizione di equilibrio precario di non facile gestione.

 


A cura di Floriana Spanò